lunedì 9 maggio 2011

Intervista con Lang Lang


Chopin, fragole e cioccolata la classica ai tempi di YouTube


In Cina il piano è una moda, è difficile distinguere chi lo studia per passione da chi è spinto dai genitori. Le tecnologie servono a stimolare il pubblico ad andare a sentire la musica dal vivo e a formare un archivio della memoria
a cura di PIETRO D'OTTAVIO


E' L'ultimo imperatore della musica classica. A soli 28 anni Lang Lang è nel gotha del pianismo mondiale con cento milioni di dischi venduti, anche grazie al successo dell'ultimo album "Live in Vienna". E c'è grande attesa per l'imminente dvd dedicato al bicentenario di Chopin, "The Flying Machine". Senza contare i concerti evento come quello all'inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino, a Central Park a New York con centinaia di migliaia di spettatori, o ancora insieme a Paul McCartney alla Casa Bianca di fronte al presidente Obama. Un exploit che deve molto al tocco intenso, aereo, magico che ha folgorato le platee di tutto il mondo. Comprese quelle italiane: i recenti concerti di Lang Lang con l'Orchestra di Santa Cecilia diretta dal maestro Pappano all'Auditorium sono stati un trionfo (bissato nel tour in Germania). Ma ecco il resoconto dell'incontro con i lettori, ospiti della Casa del Jazz, a cui ha partecipato il critico di Repubblica Leonetta Bentivoglio. Inoltre, il forum ha preceduto una breve "masterclass" che Lang Lang ha voluto offrire a tre giovanissime studentesse di musica: Velia Chiara Laghi di Roma, Chiara Baruffi e Ginevra Costantini Negri di Milano.

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Bentivoglio. Lang Lang è un personaggio unico che ha ampliato immensamente il pubblico del pianismo classico conquistando molti giovani. Al di là del virtuosismo mozzafiato, è la spettacolarità del modo di suonare che conquista i ragazzi. Queste prodezze a volte spinte un po' all'eccesso, questi suoi cambi di marcia così inattesi e repentini, questi suoi "pianissimo" straordinari come bisbigli, o ancora i suoi "forti" che lo hanno fatto soprannominare "Bang Bang" da qualche critico americano un po' cattivo... È un gradissimo uomo di spettacolo che ha saputo cogliere lo spirito del tempo.

Valentino Laghi. Suo padre ha creduto nel suo talento fin da quando lei era bambino, al punto di lasciare il suo lavoro da musicista e trasferirsi con lei in America. Quanto deve all'impegno del suo genitore? Suona ancora con lui?

Lang Lang. Mio padre, al pari di mia madre, è stato essenziale nello sviluppo della mia vita artistica. Ormai non suona più in pubblico, si dedica a una vita più serena. E continua a consigliarmi: ci sentiamo ogni giorno, anche quando siamo lontani. In genere al telefono: a lui le nuove tecnologie, come skype, piacciono meno!

Repubblica. Come ha vissuto l'esperienza di ambasciatore della YouTube Symphony Orchestra?

Lang Lang. Quella esperienza - che ho fatto l'anno scorso - mi ha fatto capire meglio l'importanza di YouTube. Infatti facciamo i primi provini per la mia fondazione con questo strumento straordinariamente utile e democratico. Solo in un secondo momento incontro gli studenti che si sono candidati.
Bentivoglio. Le nuove tecnologie contribuiranno a diffondere maggiormente la classica o rischiano di far perdere il senso della percezione della musica dal vivo?

Lang Lang. Le tecnologie hanno una doppia funzione. Da un lato quella di stimolare il pubblico ad andare a sentire la musica classica nella sua unica e vera dimensione, che è quella dal vivo. L'altro compito è formare un archivio della memoria che serve ai musicisti giovani per entrare in contatto con il grande patrimonio del passato. Per quanto si possa essere longevi come Rubinstein, purtroppo a un certo punto si dovrà lasciare questo mondo... Sarebbe fantastico poter vedere Liszt suonare in un video di Youtube o magari in "3D"... Cosa che io ho fatto, ma sfortunatamente non sono Liszt!

Francesco Ruffo. In effetti le sue interpretazioni su Youtube mi hanno avvicinato alla musica classica. Secondo lei è il suo stile "divulgativo" a colpire le nuove generazioni?

Lang Lang. Non sono così sicuro di piacere ai giovani: me lo auguro. La musica classica è un linguaggio universale adatto a tutti, basta imparare poche nozioni di base. Esattamente come nel pop, ciò che mette le persone in contatto è la capacità di comunicare con la musica.

Maria Rosa Tremiterra. E pensare che tutto è iniziato dal cartoon di Tom & Jerry, che la colpì quando era bambino, con il gatto nella parte del concertista. Le è mai capitato, quando è al piano, di "sentirsi" nei panni del felino a cartoni animati?

Lang Lang. Il gatto ha una tecnica assai speciale: può allungare le sue dita a dismisura... Ci sto lavorando sopra!
Augusto Palmieri. Lei è un grandissimo interprete di Chopin. Quanto pensa che il "patriottismo" slavo del compositore abbia influito nelle sue composizioni di radice più "folkoristica" come "Polacche" e "Mazurke" rispetto ai capolavori più intimisti come i "Notturni"?

Lang Lang. Chopin è molto legato alla sua patria e ha utilizzato molti elementi folklorici polacchi, ma in realtà nella sua musica c'è una forte componente internazionale che va da una linea melodica in sintonia con i grandi compositori operistici italiani a quelli francesi o magari irlandesi come Field.

Flaminia Pischedda. Durante lo studio e prima dei concerti cerca la concentrazione praticando meditazione o arti marziali?

Lang Lang. No. Prima dei concerti mangio fragole e cioccolata. E banane nell'intervallo, come fanno i tennisti. In più, in Italia anche molto gelato...

Bentivoglio. Si parla di 40 milioni di giovani studenti di piano in Cina: come mai tanta attrazione da parte dei cinesi verso la tradizione occidentale? Un tedesco, un austriaco, un italiano, un cinese possono interpretare Mozart allo stesso modo o hanno strumenti culturali diversi che ne modificano l'approccio?

Lang Lang. La percezione di Mozart è estremamente diversa nelle varie popolazioni, ma bisogna tener conto che i cinesi, come gli europei, hanno una storia lunga 5 mila anni e di conseguenza un enorme rispetto per le tradizioni e per la cultura storica. Diverso è l'approccio di nazioni giovani come l'Australia o gli Stati Uniti, che hanno alle spalle un patrimonio culturale meno imponente. Al di là di questo, in Cina il pianoforte è diventato un po' una moda, come il calcio. Quindi è difficile distinguere i bambini che si avvicinano allo studio del piano per passione da quelli spinti dai genitori che avrebbero desiderato suonarlo da piccoli e non hanno potuto per ragioni economiche. Il problema salta fuori quando i ragazzi scoprono che per studiare il piano bisogna esercitarsi per ore... Quando avevo 6 anni mi esercitavo 6 ore, a 7 anni 7 ore e così via fino a un massimo di 8-9 ore. Oggi, purtroppo, tra gli impegni dei tour e i viaggi, mi esercito soltanto un paio d'ore al giorno...

Repubblica. Oltre a essere una star della musica, lei è anche cittadino del mondo, tra l'Occidente di New York e le radici in Cina. Cosa pensa del premio Nobel per la Pace al dissidente cinese Lu Xiaobo?

Lang Lang. Sono un musicista, mi occupo di cultura. E so che in Cina l'istruzione musicale è stata inserita nei programmi della scuola pubblica. E che vengono costruite sempre più sale da concerto.

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