mercoledì 11 maggio 2011

Martha Angerich una tra le più grandi pianiste viventi

Martha Angerich - A 3 anni componeva, a 7 suonava in scena, a 16 aveva già vinto tutti i concorsi internazionali. Martha Argerich, la più grande pianista vivente è un'argentina selvatica ed imprevedibile. Che ha fatto impazzire tutti: insegnanti, critici e mariti.

Lezioni di Piano.
E' la più grande pianista del novecento, capricciosa, come glenn Gould, assoluta come Benedetto Michelangeli, In più, una bellezza selvatica, sottolineata dai capelli foltissimi che butta indietro con un gesto tutto suo. Nella cerchia dei conoscitori di musica classica non è necessario raccontarla. Da anni è un mito: Martha, soltanto, o Marthita, come la chiamavano da piccola in Argentina, dove è nata nel 1941. Ma ora finalmente una splendida biografia francese (Martha Angerich l'enfant e le sortilege di Olivier Bellamy, Buchet Chastel) la racconta anche al grande pubblico. Non serve averla già ascoltata per appassionarsi alla sua vita, che è fin dal primo giorno un romanzo. Nata in una famiglia molto alternativa di buoenos Aires, cresce come una selvaggia, adorata da tutti, sopratutto dal padre donnaiolo, presto buttato fuori casa dalla madre. Ha un genio precoce degno di Mozart. A tre anni stupisce le maestre dell'asilo suonando una canzoncina sulla pianola della scuola. Chi ti ha insegnato questa canzone?, chiede la maestra. Io, risponde Martha alzando di scatto la testa per gettare indietro i capelli, in un gesto che diventa presto il suo marchio di fabbrica.

Intellienza e memoria 
I genitori intuiscono di avere in casa un fenomeno e la mettono a lezioni dai migliori maestri di pianoforte di Buoenos Aires. Le comprano un piano, che lei tiene accanto al letto, in modo da poterlo sfiorare anche di notte con le manine. La mandano a lezione dal maestro più quotato di Buenos Aires, l'italiano Vincenzo Scaramuzza, famoso per la sua tecnica originale. Scaramuzza insegna agli allievi l'anatomia, per aiutarli a suonare meglio, e li strapazza tutti in modo orribile. Martharesiste con lui quasi sei anni. Studia moltissimo, ma quando si stufa, per eludere la sorveglianza della madre, legge dei romanzi mentre suona, tenendoli aperti sul leggio del pianoforte. Ha un'intelligenza superiore ed una memoria prodigiosa. Non fa una sola ora di scuola per ragazzi normali, impara a casaquel poco d'altro che le serve. A sette anni tiene il suo primo concerto, ma non sarà mai un'amante dei concerti. Nonostante il so virtuosismo ha sempre paura prima di salire sul palco. Ci sono dei pezzi, poi, che rifiuta di suonare in pubblico in particolare il concerto n.4 in Sol maggiore di Beethoven: "forse perchè è qualcosa di molto sacro", ha spiegato una volta ad un giornalista. "Come se dovessi morire in scena".
 A  undici anni sente suonare a Buenos Aires il pianista austriaco Friedrish Guilda e ha un vero colpo di fulmine. Lui ha 22 anni e non prende allievi, ma Martha è una ragazza testarda. Riesce a ottenere un incontro e suna per lui il concerto italiano di Bach. Gulda, stupefatto, si alza ed esclama: "Se vieni a Viennami occuperò di te!" Subito dopo le domanda si è innamorata, non vuole ragazzine con il cuore diviso. Lei risonde di no, ma anni dopo dirà ridendo: "Dopo lo sono diventata innamorata. Di Lui ovviamente".
La famiglia ottiene dal presidente argentino Peròn un posto di diplomatico a Vienna per il padre di Martha e si può organizzare il trasferimento in europa. E' il 1955. Martha non tornerà indietro. Studia al conservatorio di Vienna e, privatamente, con Gulda. L'intesa fra i due è perfetta, anche se lui non parla spagnolo e leiall'inizio non parla tedesco. Si capiscono a gesti, a sguardi. Non è una relazine da insegnante ad allieva, piuttosto l'incostro tra due geni. Dopo meno di due anni di studio insieme, Gulda la lascia andare, dicendole che non ha più niente da insegnarle. E' stato davvero un amore quello di Martha per lui? Gulda ridendo le dice che lei non è una donna ma un ermafrodita, come il pianoforte, che ha tutte le tonalità. Anni dopo la sua psicanalista le dirà che non ha una personalità sessuale definita. Quel che è certo è che la prima  esperienza vera è con un ragazzo portoricano incontrato in un bar di vienna e mai più rivisto: "Il ragazzo più bello che io abbia conosciuto in vita mia".
Martha è bella, ma non lo sa. Terribilmente miope, si rifiuta di portare occhialie colpisce tutti con il suo sguardo un po perduto. Ha lunghi capelli neri ed un'aria sempre imbronciata. Attira e spaventa gli uomini al tepo stesso. Gulda, forse l'unico a non avere soggezione di lei, anni dopo diceva ancora: "Martha non è solo la prima pianista del mondo: è un fenomeno. L'artista assoluta". A 16 anni passa i due concorsi più prestigiosi nel so campo, a Ginevra e a Bolzano, ottenendo in entrambi i casi uno standing ovation . I critici cominciano ad accorgersi che c'è una nuova ragazza in Europa. I giornalisti vogliono tutti incontrarla, e lei li prende benevolmente in giro. A uno che le chiede come faccia a muovere le mani con tanto virtuosismo sulla tastiera, risponde serenissima: "Da piccola avevo un'insegnante molto vecchio, che sputacchiava sempre sulla tastiera. Ho imparato a muovere in fretta le mani..." Nell'ambiente piuttosto ingessato della musica classica il suo personaggio fa presto scalpore. Vive da sola pur essendo minorenne, fuma di continuo riempiendo i suoi abiti di bruciature, si veste di nero molto prima che diventi una moda e sopratutto dice sempre quello che pensa. Presto si fa una fama di femme fatale. In realtà la sua vita è sopratutto disordinata. Vive in albergo, trascinando con se valigie pieni di soldi perchè non sa cosa sia un conto in banca. Quando è a casa sua, a Ginevra, le stanze sono invase di musicisti ed amici di passaggio che dormono per terra.
Nel 1960 realizza il suo primo disco, lasciando interdetti i tecnici delsuono della Deutsche Grammophon per la sua memoria prodigiosa. Non ha bisogno di molte prove come gli altri musicisti. Guarda lo spartito, poi dice: "La suonerò tre volte, poi vi scegliere quella che preferite". E tutte e tre le registrazioni sono perfette. L'uscita del disco è una bomba, ma Martha sceglie proprio quel momento per annunciare di aver deciso di smettere di dare concerti. Per un po si rimette a studiare. Ottiene di essere ricevuta da Benedetto Michelangeli, che la terrà come allieva qualche tempo, ma più che altro -Imprevedibile come lei- la porterà a zonzo sulla sua ferrari. Lascato Michelangeli, Martha continua la sua vita disordinata, tra amici, gran bevute e notti in bianco. La Deutsche Grammophon, a cui deve due dischi, le paga un fisso al mese, per tenerla con se in attesa che torni a suonare. Nel 1964, durante un soggiorno a New York, si mette in casa il cinese Robert Chen, uno dei tanti giovani compositori di cui vuole aiutare la carriera. Resta incinta di lui un po per caso, e lo sposa un po per gioco, con una cerimonia Buddista in california. Ma la loro convivenza non dura più di tre settimane. Non è amore, forse è amicizia, e tutti e due lo capiscono rapidamente. Tornata a Ginegra, Martha mette al mondo una figlia, che chiama Lydia, ma che verrà affidata al padre dalle autorità svizzere. Spinta dalla madre, Martha si presenta al concorso Chopin, uno dei più duri d'europa. E' un'azzardo: non suona in pubblico da anni, si è fatta malvolere dal pubblico e i giurati del premio non amano gli artisti capricciosi. Ma alla fine la sua bravura conquista tutti e la rimette al centro della scena. La carriera riprende rapidamente. Nel 1966 fa un recital trionfale a New York. L'anno dopo è a Londra, dove incontra il pianista Stephen Kovacevich, che sarà il grande amore della sua vita. Martha e stephen sono due artisti totalmente devoti alla loro arte, ma diversissimi. Lui lavora sette ore al giono, lei non tocca mai il piano. Lui si alza ll'alba, lei va a dormire a quell'ira dopo una notte in piendi tra amici. Resistono insieme fino al 1969, nemmeno tre anni, poi Martha lo lascia per sposare a sorpresa un'altro collega, il direttore d'orchestra  Charles Dutoit. Vivrà quattro anni con Dutoit, metterà al mondo con lui una figlia, Annie, lo asseconderà nei suoi tentativi vani di darle una vita disciplinata e accetterà di esibirsi sotto la sua direzione in scena e in studio. E quando lui si innammora di una violinista coreana, Martha non ne farà una tragedia: in realtà la vita regolata accanto all'ordinato Charles le pesa da tempo. torna a vivere con Stephen per riprovarci. Mette al mondo una terza figlia, Stéphanie, poi, quando luisi innammora di un'altra donna, se ne va definivamente, ma con il cuore spezzato.
Negli anni Ottanta riesce finalmente ad avere con se tutte le figlie, anche Lydia, che diventata grande ha ottenuto di vedere la madre. Vivono tutte insieme in una casa in svizzera sempre piena di amici. Baptiste, detto Baba, un ragazzo senza impiego, si occupa delle ragazze, una donna portoghese cerca di tenere un po d'ordine in casa. Gli uomini sono tanti ma tutti di passaggio. Martha ha giurato di non ricascarci più. Ma un giorno arriva Michel Beroff, un pianista francesedi dieci anni più giovane, totalmente affasciato da lei. E' un bel ragazzo, piace alle figlie, lei lo accetta in casa senza troppo riflettere, e ben presto lo fa a pezzi con il suo caratteraccio costringendolo alla fuga. Resisterà più a lungo il pianista e direttore d'orchestra Alexander Rabinovitch, che finirà per farsi lasciare anche lui.
Oggi Martha Argerich vive a Bruxells, continua a non esercitarsi quasi mai, ma ad avere uno stile impressionante in scena. Se proprio deve provare, lo fa di notte, nel teatro che fa aprire apposta. Nel 1996 si è battuta contro un cancro vincendo la battaglia. I folti capelli ribelli non sono più corvini ma candidi. Non li tinge. "io mi vedo così" spiega. Non ho paura della vecchiaia. "Vorrei diventare una vecchia signora un po ridicola. Ma non troppo".
- Cristina de stefano-

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